La Compagnia Teatrale “I Narranti-Città di Pistoia” e il Centro Studi “ G. Donati “ di Pistoia ODV, in collaborazione con la Parrocchia di San Francesco, intendono offrire un contributo devozionale e culturale alle celebrazioni della Quaresima in città, attraverso la messa in scena di un testo drammatico dedicato alla Via Crucis scritto nel 2016 da Mario Agnoli, noto poeta, scrittore e saggista scomparso nel 2017 . Agnoli, che ha collaborato per decenni all’attività culturale del Centro Donati, presiedendo tra l’altro la sezione “Poesia” del Premio Letterario Internazionale “Giorgio La Pira” , e le cui opere letterarie sono state nel tempo offerte al pubblico pistoiese anche attraverso la recitazione di brani delle stesse da parte de“ I Narranti” , ha concepito quest’opera come stimolo per l’uomo contemporaneo ad una riflessione sulla sconvolgente tragicità del sacrificio di Cristo in favore dell’umanità segnata dal peccato e, nel contempo, ad una presa di coscienza di come la malvagità umana e la ferocia del potere abbiano contrassegnato la storia nei secoli, fino ai nostri giorni, certamente non esenti dalla presenza di guerre, enormi ingiustizie sociali, capovolgimento dei valori della vita, imbarbarimento della vita civile e delle stesse istituzioni : “La responsabilità del potere non si rimuove con le ragioni di stato .Essa non può sospendere le leggi naturali; esse sono nel disegno della creazione, sino dall’inizio della vita”. L’opera scorre secondo due direttrici: l’analisi delle motivazioni politiche, sociali e religiose che portarono alla condanna a morte di Gesù, ed una prospettiva sulla storia di due millenni che quel modello di ingiustizia ha riproposto frequentemente, fino a negare lo stesso diritto all’esistenza ad una parte dell’umanità, considerata “altra “ perché al di fuori di regole imposte da un potere che perde ogni connotato umano per sprofondare nella follia:” Gli uomini, secondo queste regole, non hanno alcun diritto; sopravvivono casualmente. Non esiste forse la legge dell’amore e della solidarietà? Perché l’urlo di dolore si disperde nel silenzio?” Così dal Golgota ai campi di sterminio, alle guerre, alla povertà estrema, alla totale soggezione sociale e culturale di vastissimi strati della popolazione mondiale, si stende un filo rosso di sangue e di sofferenza. L’altro grande tema che dalla Gerusalemme di duemila anni fa arriva a permeare anche le nostre vite è quello dell’ingratitudine e dell’indifferenza: ”Ma gli uomini non hanno seguito l’esempio di amore di Gesù, non hanno partecipato al suo dolore di redenzione. Sono rimasti spettatori indifferenti, presi dall’interesse per le cose materiali.” Tuttavia qualcuno ha raccolto il messaggio del sacrificio della Croce:” Quanti uomini per amore della libertà hanno perduto la vita, dopo ogni sorta di sevizie. Per questi uomini il sacrificio del figlio di Dio ha attraversato la storia dell’uomo”. E infine il grido d’invocazione dell’uomo di oggi:” La nostra anima è lacerata. Signore, aiutaci ad amarti: come potremmo vivere senza il tuo amore?” Questo intenso pellegrinaggio lungo le vie del dolore si conclude con un passaggio poetico che apre alla speranza trascendente: “Rimanemmo fermi sul punto della terra quel tanto che fu d’infinito. Poi risalimmo la china dell’altro infinito, oltre le stelle. Fummo compensati dalla luce lungo i sentieri del cielo, di un intenso che non aveva fine.”
La “Via della Croce” è un’opera composta da due parti: la prima parte, che è stata rappresentata durante la quaresima del 2019 nella Basilica della Madonna dell’Umiltà, si dipana secondo la scansione liturgica, in quattordici “stazioni”, della passione e morte di Gesù: ad ogni stazione corrispondono riflessioni sul significato della sofferenza del Cristo e sull’indifferenza dell’uomo, lungo i secoli, rispetto al messaggio salvifico che tale sofferenza veicola.
La seconda parte dell’opera, che viene proposta nella Quaresima 2023 presso la Chiesa di San Francesco, sviluppa i temi del “male dello spirito”, della ricerca delle ”ragioni del mistero della vita”, ricerca che “è una parte della speranza”, della bellezza, della speranza e della fede come “parti di un circuito etico”. Il tema religioso si fonde quindi con il tema esistenziale, psicologico, filosofico, e l’intonazione del testo si fa lirica: poesie e cantiche si alternano alla prosa concettuale, in un crescendo di densità emotiva e profondità spirituale : ” Nel deserto spirituale l’anima intraprese / Le vie incerte della solitudine, / Rimase senza ragione / Senza scorta alcuna, assetata del nulla.” E ancora il dialogo con Dio : “Se tu vorrai piegherò il tempo / ed ogni cosa sarà compresa / nel tuo spazio. Se tu non vorrai / sarò qui tra le foglie ingiallite, / crisantemi mozzi, sulle pietre / che bruciano d’antico / come edera senza muro”. Un messaggio poetico rivolto all’interiorità profonda di ciascuno, cui le voci recitanti regalano suggestioni d’infinito.
Centro Studi “G. Donati” ODV Compagnia Teatrale “ I Narranti”
Parrocchia di San Francesco
Edizione Silvana Agostini
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