Sono passati pochi mesi da quando la nostra vita si sviluppava sugli alti e bassi di quella normalità che da sempre diamo per scontata, e nessuno di noi poteva immaginare quello che ci aspettava e come avrebbe stravolto i nostri comportamenti, le nostre abitudini, la vita.
Abbiamo vissuto il lockdown, una condizione inimmaginabile prima del 2020, abbiamo letto e assimilato migliaia di informazioni sul Covid per scoprire che di Coronavirus ne esisteva già una vasta famiglia, ma a noi quello che ha cambiato l’esistenza è il 19.
Come ben sappiamo le conseguenze sono state enormi sotto tutti punti di vista e in ogni settore, dall’economia alle attività produttive, dalla vita sociale alla cultura e tutte ne hanno risentito enormemente. Anche il mondo dell’arte ha subito un colpo gravissimo, le mostre in programma sono state cancellate, sigillati tutti i musei.
Personalmente, come artista, ho dovuto annullare le mie attività espositive, con la speranza che possano essere riprogrammate in futuro. Internet e i media sono stati gli unici strumenti per condividere arte e diffondere eventi di alto valore etico e artistico come Global Art Project for Peace, un progetto al quale anche io ho preso parte. Nato ventotto anni fa negli USA come evento biennale, e giunto quest’anno alla 14° edizione, il Progetto di diffondere Pace attraverso l’arte non si è fermato per il Covid, ha comunque unito artisti da tutto il Pianeta contribuendo allo scambio di opere che per un mese intero, a maggio, hanno “abbracciato” il mondo portando il messaggio di Pace per il quale sono state create. Il dramma della pandemia ha fatto crescere nelle persone e nelle comunità l’interesse verso l’arte e la cultura, sicuramente nella solitudine la cultura è un legame che unisce e l’arte un conforto che dà sollievo e speranza.
Durante il lockdown, nel silenzio del mio studio, ho lavorato tanto. Ho sperimentato il mio isolamento facendo esperienza di un tempo dilazionato e il cinguettio degli uccellini, ben distinguibile dall’assenza di auto, mi ha fatto compagnia per un periodo così lungo e incredibilmente produttivo. In quei giorni pensavo che, paradossalmente, dal punto di vista ambientale, mentre gli esseri umani si “riguardavano” per proteggere la propria salute o morivano soffocati in una sala di rianimazione, la Terra è tornata a respirare. Ho riflettuto tanto su questa circostanza e mi sono venuti in mente i notiziari che in autunno non mancavano di riportare ogni giorno notizie catastrofiche sulla salute del Pianeta. Gi incendi in Amazzonia, in California e in Australia, gli orsi polari alla deriva su coriandoli di ghiaccio, un inverno così tiepido da farci scordare l’emozione della neve in città. Il Pianeta ci stava urlando di fermarci e se è vero che esiste una correlazione fra la diffusione del virus e l’impatto ambientale, non possiamo evitare di riflettere sull’importanza di azioni che proteggano l’ambiente partendo proprio dal ruolo che ognuno dovrebbe avere in questo impegno. Da queste riflessioni sono nate le opere realizzate in questo periodo, dipinte con la speranza che ciò che abbiamo vissuto e che ancora stiamo vivendo ci abbia insegnato qualcosa.
Le immagini degli animali che si appropriavano delle nostre città, le meduse nei canali di Venezia e i delfini sempre più vicini alle coste ci hanno riavvicinato a quel mondo che spesso ci dimentichiamo di custodire e allora nei miei lavori la Natura è diventata la protagonista, insieme alle giovani vite a cui lasceremo in eredità il Pianeta. In ogni dipinto ho sentito di rappresentare la speranza che cova in tutti noi mantenendo uno sguardo sempre vigile e attento sul futuro.
Così, alternando l’attività artistica al quotidiano impegno scolastico, praticato con la didattica a distanza in qualità di docente del Liceo Artistico di Pistoia, ho condiviso emozioni e creatività anche con i miei studenti ricevendo da parte loro impegno, responsabilità e affetto.
Arte e creatività come armi contro la solitudine e la tristezza e ora, che la riapertura ci fa riavvicinare ad una vita più simile alla normalità, è tempo di tornare a respirare bellezza, quella bellezza che si respira nelle sale di un museo o di una galleria ma anche davanti ai monumenti artistici e storici delle nostre città, bellezze a volte ignorate ma che ci sono tanto mancate quando non potevamo più goderne
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